Il Giardino dei Semplici: oasi di pace e biodiversità

Ciao a tutti! Oggi vi porto a scoprire un piccolo angolo di paradiso nascosto tra le colline del Lago d’Orta: il Giardino dei Semplici di Miasino. Sì, proprio quel Miasino che sembra uscito da una cartolina, con le sue stradine tranquille e la chiesa di San Rocco che svetta sopra le case. Ma lasciatemi raccontare la storia di questo giardino, una storia che sembra scritta da un regista con un debole per i colpi di scena.

Da Orto della Bibbia a Giardino dei Semplici

Tutto inizia nel 2009, quando il Consorzio Pro Loco Lago d’Orta, grazie ai fondi del progetto Interreg Italia-Svizzera 2007-2013, decide di creare l’Orto della Bibbia. L’idea era semplice e affascinante: piantare le essenze menzionate nella Bibbia. Peccato che il clima piemontese non sia esattamente quello della Terra Santa. Ma si sa, in Italia ci piace lanciare il cuore oltre l’ostacolo.

Per cinque anni, grazie ai fondi e ai volontari, l’Orto è sopravvissuto. Poi, nel 2014, arriva la doccia fredda: il Consorzio non può più gestire l’Orto. Sembrava la fine, un classico momento da “chiudi il sipario e vai a casa”.

E invece no, perché qui arriva il colpo di scena! Nel 2015, il Comune di Miasino stringe una convenzione con l’Istituto Agrario Fobelli di Crodo. Gli studenti e il professor Giancarlo Fantini si rimboccano le maniche e iniziano a lavorare sodo: estirpano erbacce, rimuovono alberi troppo cresciuti e salvano ciò che può essere salvato. E così, dalle ceneri di un progetto biblico fallito, nasce un giardino delle erbe aromatiche e officinali.

Albert Husband: Il guardiano dal pollice verde

Ed eccoci a uno dei personaggi più affascinanti di questa storia: Albert Husband. Immaginate un moderno druido, con un sorriso enigmatico e le mani esperte. Albert conosce ogni pianta per nome e cognome, ne racconta la storia e le virtù curative. Grazie alla sua passione, il Giardino dei Semplici è diventato un’oasi di biodiversità, un luogo dove circa 100 specie officinali prosperano sotto il sole piemontese.

Viaggio tra profumi e colori

Passeggiando tra i sentieri curati, ci si immerge in un’atmosfera di quiete e armonia. I profumi intensi della lavanda, del rosmarino, della menta e della salvia inebriano i sensi. Ogni pianta è dotata di un’etichetta che ne svela il nome botanico e le proprietà. E tra le specie più particolari, ecco il giuggiolo, l’echinacea e la liquirizia. Tra queste, poi, spiccano in modo particolare alcune piante che mi piace definire “coraggiose”, perché anche qui tra le montagne piemontesi, grazie a un microclima davvero speciale, alcune piante tipiche delle zone temperate riescono a sopravvivere ai rigidi inverni.

C’è il Mirto, con le sue foglie profumate che ricordano il mare e la macchia mediterranea. C’è il Cappero, con i suoi boccioli saporiti che regalano un tocco di gusto in più alle nostre insalate. C’è l’Elicriso, con i suoi fiori dorati che sembrano piccoli soli in miniatura. E poi c’è lei, la regina indiscussa di questo angolo esotico: la Manuka, una pianta proveniente dalla Nuova Zelanda, il cui miele è considerato l’elisir di salute per eccellenza.

Un luogo di pace e conoscenza

Il Giardino dei Semplici non è solo un paradiso per gli amanti della botanica, ma anche un luogo di pace e riflessione. Panche in legno invitano al relax, mentre pannelli didattici illustrano le proprietà curative delle piante e l’importanza della biodiversità. Albert mi mostra una pianta di ruta: “Un tempo veniva usata per scacciare i demoni,” dice ridendo. “Ora, forse, ci serve per scacciare un po’ di stress.”

Un invito a rallentare e apprezzare la bellezza

Lasciando il giardino, mi porto con me un senso di calma e di rinnovata consapevolezza. In un mondo frenetico, dove tutto corre veloce, il Giardino dei Semplici ci ricorda l’importanza di rallentare, di osservare la bellezza che ci circonda e di apprezzare i doni della natura.

Amici viaggianti, se vi capita di passare per il lago d’Orta, fate un salto a Miasino e visitate questo giardino rinato. Vi assicuro, ne vale davvero la pena. E magari, mentre siete lì, pensate a tutte le belle storie che un luogo come questo può raccontare. Perché, come dice Albert, “la natura ci insegna che c’è sempre una possibilità di rinascita.” E io non posso che essere d’accordo.

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