Il Lago d’Orta, che di suo è già un posto da cartolina, ha una storia che merita di essere raccontata. Ma oggi non parliamo di paesaggi e tramonti romantici: oggi parliamo di fegato, determinazione e donne che non si sono fatte mettere i piedi in testa. Parliamo di Nunziatina Ricciotti, la barcaiola che non aveva bisogno di GPS per dominare il lago, e di Andreina Gemelli, che ha salvato una villa storica a colpi di telefonate e ostinazione.
Nunziatina Ricciotti – Quando il lago aveva una regina, e non lo sapeva
C’è chi parla di “acque tranquille”, e poi c’era Nunziatina Ricciotti, detta “Nunziadin”, che nel 1900 remava sul Lago d’Orta come se fosse il suo regno. Mentre gli uomini se ne andavano in giro per il mondo a riparare pentole, lei portava avanti la baracca. E non con le chiacchiere, ma con i remi in mano.
Ogni giorno, su e giù da Pella a Orta, traghettava gente, merci e storie, risolvendo i problemi di tutti come un ufficio postale ambulante. Bollette da pagare? Farmaci da ritirare? Ultime news dal mercato? Ovviamente, lei. Il Comune di Pella, con un po’ di ritardo, le ha dato pure un certificato di benemerenza.
L’ultima sua traversata è stata a 81 anni, per accompagnare due sposi all’Isola di San Giulio. Altro che pensione. Nunziatina non ha mai mollato, e oggi dovrebbe essere ricordata come una leggenda vivente.
Andreina Gemelli – Colei che ha salvato Villa Nigra (e non si è fatta fregare da un francese)
Dall’acqua alla terra, la storia cambia ma la determinazione resta. Andreina Gemelli nasce e cresce con un chiodo fisso: Villa Nigra deve rimanere di Miasino.
Sarta, caporeparto, jazz lover, fondatrice della Pro Loco di Miasino, Andreina è il tipo di persona che quando si mette in testa una cosa, la ottiene. Così, mentre gli scettici del “ma chissà quanto costa” facevano le loro previsioni pessimiste, lei scriveva lettere, suonava campanelli e rompeva le scatole a chiunque contasse qualcosa. Risultato? L’università di Torino, che della Villa non sapeva cosa farsene, le lascia organizzare eventi, tra cui il Miasino Jazz Festival.
Poi arriva il 2004: la Villa viene messa all’asta e un francese si fa avanti con la caparra. Sembra finita. Ma nel lascito delle sorelle Nigra c’è una clausola: gli enti pubblici hanno sei mesi per intervenire. Andreina non se lo fa ripetere due volte. Regione, Provincia e Comune mettono insieme i soldi, e nel 2005 Villa Nigra diventa patrimonio pubblico.
La morale? Se oggi Villa Nigra ospita eventi, concerti e cultura, è perché qualcuno ha insistito fino alla fine.
Due Donne, un solo insegnamento: non mollare mai
Nunziatina e Andreina non erano donne qualsiasi. Una solcava il lago, l’altra smuoveva le istituzioni. Entrambe hanno dimostrato che non serve chiedere il permesso per fare la differenza.
Quindi, nella Giornata Internazionale delle Donne, prendiamoci un attimo per ricordarle. Ma soprattutto, per imparare da loro. Perché di storie così ne servirebbero molte di più. E siamo ancora in tempo per scriverle.
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Link utili:
- Villa Nigra
- Fonti per la storia di Nunziatina Ricciotti
- Fonti per la storia di Andreina Gemelli
- Archivio fotografico Accendiamo la memoria