Lunedì da leggenda al Circolo Operaio di Carcegna: birra, nostalgia e paella

Cosa può succedere in un tranquillo lunedì estivo nei pressi di Miasino? Beh, a volte basta una semplice passeggiata per trovare una piccola meraviglia. E così, in un tardo pomeriggio, mentre mi godevo la frescura dei dintorni, mi è venuta una di quelle idee che solo il caldo può ispirare: “E se mi fermassi a bere una birra?”.

Ora, se sei un po’ come me, l’idea di una birra fresca non è solo un’idea: è una missione. E questa missione mi ha portata dritto dritto al Circolo Operaio Enal Carcegnese. Sì, proprio lui, quel posto dove il tempo si è preso una vacanza da circa tre decenni e non ha più fatto ritorno.

Appena varcata la soglia, ho capito subito che mi trovavo in una specie di macchina del tempo. Le sedie di legno, probabilmente gli originali manufatti del 1987, si sono conservate meglio di molte delle mie relazioni passate. I tavoli in pietra della zona esterna, invece, sono lì, immobili come la statua di un santo, pronti ad accogliere partite a carte che iniziano al mattino e finiscono… mai.

In questo quadro di serena decadenza, entra in scena la signora del bar. E qui, cari lettori, c’è da fare un applauso. Lei è seria, silenziosa, quasi una monaca del Circolo, ma con una divisa più pratica. La mia birra arriva in pochi minuti, fredda come il cuore di chi ti lascia su “visto” su WhatsApp. Il prezzo? Ridicolo. Talmente basso che mi viene voglia di pagare il doppio, ma sono una persona di principi, quindi lascio che l’inflazione degli ultimi vent’anni continui a non esistere qui.

Mi prendo il mio tempo. La birra è buona, l’ambiente è buono, e per un attimo penso che questa pausa inaspettata sia la migliore idea che abbia avuto quest’anno. Decido di ringraziare la signora con un tocco di gratitudine sincera. Le dico che questo posto mi farà andare via con nostalgia. Lei mi guarda, occhi lucidi come se avesse appena pelato una cipolla, e fa qualcosa di straordinario: sorride. Ma non è finita qui. Con orgoglio mi invita alla serata paella, indicandomi un foglio che sventola come una bandiera dal bordo del bancone sul lato della cassa. Puro marketing strategico. Prendi un cliente felice, lo inviti a un evento, et voilà: hai creato un legame per la vita.

Ricapitolando, in quel tardo pomeriggio non ho solo bevuto una birra; ho vissuto un’esperienza, ho fatto un tuffo nel passato e ho scoperto un piccolo mondo che non sapevo esistesse.

Morale della favola: se vi trovate dalle parti di Miasino, fermatevi al Circolo Operaio Enal Carcegnese. Ordinate una birra, godetevi l’atmosfera, e non dimenticate di dare un’occhiata alla cassa. Potreste scoprire che una serata paella è esattamente ciò di cui avete bisogno.

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